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mercoledì 9 luglio 2014

LA COLOSSALE BUFALA DEI "MENÙ FILOSOFICI" DI TULLIO GREGORY

Puntuali come una cambiale in scadenza, tornano i "menù" di Tullio Gregory, ormai divenuti un appuntamento fisso del Festival che, da 14 anni, riscuote un meritato successo nazionale. C'è da chiedersi, però, cosa c'azzeccano (per dirla alla Di Pietro) le elucubrazioni gastrofilosofiche di un accademico come Gregory, che dovendo giustificare la partecipazione fissa alla manifestazione (vorrei sapere se pagata) s'arrampica su specchi scivolosi per giustificare la sua dedicazione alla gloria, parlando di "via antropocentrica" alla stessa. Ma c'è almeno qualcuno che ha il coraggio di sfidare l'intellighenzia e di chiedere conto di cosa ci racconta, temo pretendendo di essere preso sul serio (?), questo peraltro stimato studioso per dare un'etichetta filosofica a lasagne e tortellini? Capisco che alla prima edizione del Festival potesse essere provocatorio scomodare Gregory per ammantare di cultura la nostra cucina, ma insistere ogni anno non giova alla credibilità di un programma che coinvolge tanta gente. 


Pretendere che il vasto pubblico accetti definizioni come "i profumi di gloria degli arrosti", "la gloria liquida del baccalà" e "la gloria volatile" degli animali da cortile, mi sembra eccessivo, persino un'offesa all'intelligenza di chi, nei giorni del Festival, ordinerà questi piatti, ma senza porsi altro problema se che non quello di una buona digestione. E non l'ansia dei "notturni di gloria" andando in cerca dei sapidi formaggi del territorio. Non voglio assolutamente screditare l'intenzione, perchè a riconoscere importanza alla cultura della tavola è proprio il sottoscritto, ma senza mistificazioni accademiche che possono reggere una volta, mentre col tempo rischiano di diventare una "marchetta (seppure filosofica) per giustificare una prestazione "professionale". All'85 enne docente di filosofia vien voglia di dire affettuosamente: ma parla come mangi. E agli organizzatori del Festival che il "cestino filosofico" è solo la copia del cestino da viaggio inventato nel 1913 da Marsilio Casali, il buffettier della stazione ferroviaria di Cesena.



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