Piazzale Natale Bruni,
grazie alle ultime decisioni prese dall'Ufficio comunale del traffico, è
diventato un pericoloso "tappo" per la circolazione e un'enorme fonte
d'inquinamento. Vien quasi da pensare che si stesse meglio quando si stava
peggio, cioè quando il traffico della zona era regolato da un semaforo. Oggi la
situazione è semplicemente caotica in ogni momento della giornata a causa delle
diverse correnti di traffico che gravitano su quell'area. Da nord arrivano i
veicoli che scendono dal cavalcavia di viale Guido Mazzoni, da sud quelli che
percorrono corso Vittorio Emanuele II, da ovest quelli che arrivano dalla
stazione ferroviaria attraverso viale Crispi e da est quelli che giungono da
via Piave. La confusione è immensa, soprattutto da quando incomprensibilmente è
stato piazzato un semaforo all'inizio di viale Crispi, che in certi momenti
blocca numerosi autoveicoli, compresi gli ingombranti mezzi pubblici, provocando un'insostenibile situazione di caos.
Il problema è stato più
volte segnalato, ma il competente ufficio ha deciso di non prendere alcun
provvedimento, nonostante le pressanti lamentele di chi abita nella zona o è costretto ad
attraversarla più volte al giorno. La situazione è aggravata dal fatto che le
vetture che provengono da via Piave sono spesso costrette a fermarsi a
causa del rosso del semaforo a chiamata azionato dai pedoni che devono
attraversare. Quel rosso, anche se il pedone è uno solo, dura più del tempo che
serve all'attraversamento. Ciò significa che se un secondo pedone pigia il
pulsante, il rosso può durante anche il tempo sufficiente a creare una lunga fila di automobili che emettono inquinanti dai loro tubi di
scappamento.
Dalla parte opposta, davanti all'ex cinema Principe, le strisce
pedonali per l'attraversamento creano un analogo fenomeno che coinvolge le
vetture dirette in via Caduti in guerra. Come si potrebbe risolvere il
problema? Prima di tutto spostando un po' più avanti il semaforo di viale
Crispi, in secondo luogo evitando che il rosso a chiamata di via Piave duri
troppo a lungo. La soluzione migliore, probabilmente, sarebbe quella di
un'utilissima passerella ciclopedonale, ma i soldi sono stati spesi tutti per
quella, assolutamente inutile, che rappresenta un monumento allo spreco (2
milioni e mezzo il costo...) e che fa inutilmente bella mostra di sè in via Emilia Est. Peccato,
inoltre, che la nostra città, con un'assurda furia devastatrice, abbia
abbattuto, oltre alle mura, anche tutte le porte, che a Bologna, ad esempio,
hanno salvato con urbanistica saggezza. In piazzale Natale Bruni, infatti, la
vecchia Porta Castello sarebbe stata una naturale ed economica rotatoria, che
avrebbe dato ai modenesi assai meno problemi di quelli che devono affrontare
transitando in una delle zone più trafficate della città.
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