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sabato 15 febbraio 2014

CHIOSCHI SOVIETICI NEL PARCO

Modena è sfortunata con le baracche e i chioschi. Le prime erano quelle di piazza XX settembre che, benchè firmate da un'archistar come Paolo Portoghesi, non sono mai piaciute ai modenesi e nemmeno a Sandrone che in un suo sproloquio dal balcone del Comune, facendo riferimento alla sede del PCI di allora, le battezzò "baracche oscure".  Ora, alle spalle della stazione delle autocorriere, sono ancora brutte, ma disturbano meno il panorama estetico della città. I secondi sono i discussi contenitori per i bar del Parco, che hanno sollevato in pochi giorni un grande polverone, coinvolgendo non solo Italia Nostra ma anche associazioni e opinionisti cittadini, critici soprattutto verso i piloni di cemento che dovranno reggere i chioschi.
In effetti, il progetto standard del Comune richiama orizzonti amministrativi ben lontani dalla nostra culturale, sia estetica sia commerciale. Questa cementificazione del bell'anello di verde che circonda la città poteva essere evitata. La scusa di strutture antisismiche non regge, visto che i chioschi esistenti non hanno subito danni a causa della loro leggera struttura. Imporre un modello uguale per tutti uccide la creatività e l'iniziativa degli esercenti, che si vedono costretti obtorto collo, se vogliono continuare la loro attività, a una spesa che, nonostante le agevolazioni promesse dal Comune, in un momento di crisi avrebbero evitato con piacere. E anche il Comune avrebbe potuto risparmiare i 2.300.000 euro che questo progetto così discusso verrà costare. Progetto, fra l'altro, deciso a fine legislatura quando i disegni dell'ex assessore Daniele Sitta pare debbano essere realizzati a tutti i costi anzichè, come sarebbe più stato più logico, passarli in eredità alla prossima amministrazione. Anche politicamente, alla vigilia delle prossime elezioni amministrative, appare rischiosa una simile operazione. Non era meglio sondare prima il parere dei modenesi, che fortunatamente non sono più disponibili, nemmeno per ragioni ideologiche, avveniva come tempo fa, a digerire tutto ciò che decide un'amministrazione che guida ininterrottamente questa città da 68 anni? Non sono serviti di lezione i tanti progetti decisi ma poi abortiti da questa Giunta. L'elenco sarebbe troppo lungo, ma basta ricordare la polemica sulla piscina al Parco Ferrari e la querelle sulle piazze da ristrutturate.
Un'altra delle considerazioni fatte a difesa del progetto è che in questo modo gli esercenti potranno tenere aperto anche d'inverno. Sarebbe stato possibile ugualmente, invece, come ha fatto qualcuno che si è attrezzato alla bisogna senza il diktat del Comune. L'ultima considerazione è di carattere estetico, sebbene (mi rendo conto) ovviamente soggettiva. Se il modello dovrà essere, com’è stato più volte annunciato, quello del chiosco a fianco dell'ex cinema Principe c'è davvero da chiedersi dove si sia ispirato il progettista. Ma tant'è. Ha ragione l'architetto Pierluigi Cervellati quando dice che Modena è una bella città che fa di tutto per diventare brutta.


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