Modena è sfortunata con le
baracche e i chioschi. Le prime erano quelle di piazza XX settembre che, benchè
firmate da un'archistar come Paolo Portoghesi, non sono mai piaciute ai
modenesi e nemmeno a Sandrone che in un suo sproloquio dal balcone del Comune,
facendo riferimento alla sede del PCI di allora, le battezzò "baracche
oscure". Ora, alle spalle della
stazione delle autocorriere, sono ancora brutte, ma disturbano meno il panorama
estetico della città. I secondi sono i discussi contenitori per i bar del
Parco, che hanno sollevato in pochi giorni un grande polverone, coinvolgendo
non solo Italia Nostra ma anche associazioni e opinionisti cittadini, critici
soprattutto verso i piloni di cemento che dovranno reggere i chioschi.
In effetti, il progetto
standard del Comune richiama orizzonti amministrativi ben lontani dalla nostra
culturale, sia estetica sia commerciale. Questa cementificazione del
bell'anello di verde che circonda la città poteva essere evitata. La scusa di
strutture antisismiche non regge, visto che i chioschi esistenti non hanno
subito danni a causa della loro leggera struttura. Imporre un modello uguale
per tutti uccide la creatività e l'iniziativa degli esercenti, che si vedono
costretti obtorto collo, se vogliono continuare la loro attività, a una spesa
che, nonostante le agevolazioni promesse dal Comune, in un momento di crisi
avrebbero evitato con piacere. E anche il Comune avrebbe potuto risparmiare i
2.300.000 euro che questo progetto così discusso verrà costare. Progetto, fra
l'altro, deciso a fine legislatura quando i disegni dell'ex assessore Daniele Sitta
pare debbano essere realizzati a tutti i costi anzichè, come sarebbe più stato
più logico, passarli in eredità alla prossima amministrazione. Anche
politicamente, alla vigilia delle prossime elezioni amministrative, appare
rischiosa una simile operazione. Non era meglio sondare prima il parere dei
modenesi, che fortunatamente non sono più disponibili, nemmeno per ragioni
ideologiche, avveniva come tempo fa, a digerire tutto ciò che decide
un'amministrazione che guida ininterrottamente questa città da 68 anni? Non
sono serviti di lezione i tanti progetti decisi ma poi abortiti da questa
Giunta. L'elenco sarebbe troppo lungo, ma basta ricordare la polemica sulla
piscina al Parco Ferrari e la querelle sulle piazze da ristrutturate.
Un'altra delle
considerazioni fatte a difesa del progetto è che in questo modo gli esercenti
potranno tenere aperto anche d'inverno. Sarebbe stato possibile ugualmente,
invece, come ha fatto qualcuno che si è attrezzato alla bisogna senza il diktat
del Comune. L'ultima considerazione è di carattere estetico, sebbene (mi rendo
conto) ovviamente soggettiva. Se il modello dovrà essere, com’è stato più volte
annunciato, quello del chiosco a fianco dell'ex cinema Principe c'è davvero da
chiedersi dove si sia ispirato il progettista. Ma tant'è. Ha ragione
l'architetto Pierluigi Cervellati quando dice che Modena è una bella città che
fa di tutto per diventare brutta.
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