Eccoci qui, puntuali, con il nostro consueto appuntamento settimanale. Buona lettura.
Avér dla rana.
Avér dla rana.
Avere della rana. Significa: “Essere in cattive
condizioni economiche”. È un’espressione molto diffusa, dall’etimologia
incerta. Alcuni la fanno risalire ai tempi in cui, nella Bassa modenese, c’era
chi sopravviveva pescando rane (i “ranèr”). A Finale Emilia, esisteva
addirittura al “marciapê dla rana”, dove si davano appuntamento i numerosi
disoccupati del paese.
Avér él man éd
ricòta.
Avere le mani di ricotta. Essendo la ricotta
particolarmente tenera, questa espressione si usa all’indirizzo di chi lascia
cadere con facilità gli oggetti che ha in mano.
Avér fat al sô treintùn.
Avere fatto il proprio trentuno. Modo di dire delle
persone anziane che vantano un passato avventuroso. Probabilmente il detto si
riferisce ai moti rivoluzionari del 1831.
Avòchet de∫nóv (ch’a-n n’ha mai vint).
Avvocato diciannove (che non ha mai vinto) È così che
si definisce un avvocato di scarso valore professionale, utilizzando il termine
“vint” che, in dialetto modenese, significa sia “venti” che “vinto”.
Palla persa, non valida. Individuo incapace, buono a
nulla. L’espressione indica chi, per incapacità o malavoglia non è in grado di
svolgere bene una qualsiasi attività. Deriva dal gioco delle bocce e si
riferisce a una boccia annullata per un’infrazione del regolamento o per un
tiro sbagliato così da essere finita in una zona molto lontana dal pallino.
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