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domenica 9 febbraio 2014

È SCOPPIATA LA VOGLIA DI "AMARCÒRD"



Su Facebook è esploso da alcuni giorni un fenomeno di costume che sta coinvolgendo centinaia di modenesi. Se cliccate su "Sei modenese se..." trovate commoventi testimonianze di modenesi, evidentemente non più giovanissimi, che mettono con spontaneità, e con piacere, in pasto al pubblico i loro nostalgici ricordi di quando erano ragazzi. Queste esternazioni del tutto spontanee hanno creato uno straordinario effetto domino, che mi dicono sia già esploso in tante altre città, anche nella nostra provincia.
Tutto è cominciato con la creazione di un gruppo, che è stato opportunamente pubblicizzato. Una volta dentro, si inizia a scorrere l’elenco dei post pubblicati dagli altri iscritti. E cominciano a fioccare i "like" e i commenti, perchè ogni post ti ricorda un frammento della tua infanzia/adolescenza: i ritrovi con gli amici al bar o a ballare, i luoghi del divertimento e della Modena di una volta, i nomi del maestro della tua scuola elementari o del prete della tua parrocchia. Ti viene in mente la panchina con i nomi delle coppiette incisi sopra, la cabina del telefono che da tanti anni non c’è più, il menù della vigilia di Natale, i ritrovi pubblici cancellati dal tempo. Scopri che nessuno ha ancora pubblicato questi dettagli e allora ci pensi tu. Ricevi un bel po’ di "like" e qualche commento incoraggiante. A quel punto, sei finito: cominci a ricordare (e pubblicare) qualsiasi cosa. A valanga.
È bello constatare come tanti modenesi hanno ricordi che hanno tenuto dentro al cuore e che ora esprimono con la voglia di condividerli, di trovare persone che li hanno vissuti, magari nello stesso periodo. Vengono a galla tante piccole grandi abitudini, tate piccole grandi trasgressioni, tanti piccoli grandi segreti che sono rivelati grazie a questo "confessione" laica che riscopre una Modena che non c'è più e che tutti ricordano con una struggente nostalgia. Emergono personaggi che si erano persi nei meandri della memoria, locali frequentati negli anni della giovinezza e oggi cancellati da una Modena in espansione che, purtroppo, ha poca memoria di sè. La città, dal punto di vista istituzionale, non ricorda e lascia dietro di se solo macerie, ma i modenesi, invece, ricordano e dimostrano di aver voglia di condividere questi frammenti di gioventù. Inutile ricordare le centinaia di personaggi, situazioni, ristoranti, dancing, negozi, abitudini: sono tanti e tanti altri verranno a galla se continuerà questo fenomeno di "amarcòrd". Io ho partecipato con travolgente passione a questa ricerca del tempo perduto e come me centinaia di modenesi. Sarebbe importante non disperdere questo patrimonio, con la convinzione che è la somma queste spicciole microstorie a comporre la storia del costume della nostra città come di tutto il Bel Paese.
Non bastasse l’ondata nostalgica dei primi dieci anni di Facebook, una delle nuove tendenze sul social è questa del "Sei di… se". Ha preso piede nelle ultime settimane, prima conquistando gli status di singoli utenti, poi arrivando addirittura alla creazione di gruppi ad hoc. È la rivincita della sterminata provincia italiana: ogni paesino, anche il più piccolo, ha un suo gruppo. Anzi, più il paese è piccolo più gli iscritti sono agguerriti: basti pensare che il principale gruppo di riferimento di Milano, città con 1 milione e 300mila abitanti, conta poco più di un migliaio di membri, mentre quello di un paesino della nostra Bassa ha superato i 100 iscritti in pochi giorni.
Le caratteristiche sono più o meno le stesse, che si tratti del gruppo di una città o di un minuscolo paesino. Sono trans generazionali: ovviamente, ci sono pochi 20enni e molti 60enni, ma in ogni caso i ricordi fanno tutti parte dell’era pre-digitale, quando non c’erano gli iPhone e per darsi appuntamento in piazza si usava il telefono di casa, quello a gettoni o ci si chiamava al citofono. C’è un nutrito gruppo di nostalgici della loro giovinezza che scrivono, commentano e condividono. I più bravi, tecnologicamente avanzati, inseriscono anche le fotografie in bianco e nero o a colori. In fondo, si tratta di una piccola enciclopedia di Modena, che - passata la moda - sarebbe bene non andasse persa.
 

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