È un buonissimo dessert tipico della terra
emiliano romagnola. Oggi, su alcune tavole dove si onora ancora la tradizione,
è un ottimo fine pasto, ma 40-50 anni fa, accompagnato da una bella pagnotta,
costituiva un pranzo o una cena. Il mosto va cucinato subito, altrimenti
fermenta. Se lo preparate il giorno dopo, mettete in frigorifero in una
bottiglia con il tappo quasi aperto, ma non aspettate troppo a usarlo.
Congelato, invece, può durare anche un anno. In tal caso, versatelo in una
bottiglia senza riempirla tutta e mettetela nel freezer.
Ingredienti per due litri
2 litri
di mosto di uva dolce (bianca o nera)
450 g. di farina
Mettete il mosto sul fuoco e
fatelo bollire in una pentola per circa 45 minuti, schiumandolo di quando in
quando per togliere le impurità. Versate attraverso un filtro lo sciroppo
ottenuto, che si deve essere ridotto di circa 3/4, in una zuppiera e poi
aggiungete la farina. Per
evitare che si formino dei grumi, fate sciogliere la farina precedentemente con
un po' del succo d'uva. Aggiungete poi il resto dello sciroppo mescolando in
continuazione. Rimettete il tutto nella pentola e lasciate su un fuoco dolce,
continuando a mescolare, per circa 6 minuti. Versate i "sughi" in
piatti grandi o scodelle e fateli solidificare. In un paio d'ore, prenderanno
la consistenza di un budino e si potranno mangiare freddi come dessert. Lo
sciroppo serviva un tempo anche per una saporitissima bibita, preparata con
l'acqua fredda d'estate e addirittura con la neve d'inverno.
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