I chioschi del Parco,
brutti e per regolamento tutti uguali secondo un realismo sovietico che speravo passato di moda, sono
uno degli ultimi diktat lasciati le eredità da Sitta, il quale conta come
assessore più ora che non siede più in Giunta dopo le dimissioni che quando
distribuiva il suo verbo, con pregevole grinta, a un Consiglio comunale vittima
della logica dei numeri. La polemica è scoppiata e qualcuno la cavalca,
portando in loco persino un critico d'arte come Vittorio Sgarbi, che si è
allineato alle posizioni di Italia Nostra e di tanti cittadini che non
vorrebbero vedere calare nel verde del Parco una colata di cemento. La guerra,
però, sembra inutile. La Giunta ha il mandato di chiudere il capitolo senza
correre il rischio di lasciarlo decidere alla prossima amministrazione, che
sarà sempre dello stesso colore, ma non si sa mai...
La fretta con la quale
Pighi and & hanno voluto iniziare i discussi e discutibili lavori in piazza
Roma, la polemica sulle piste ciclabili e tante decisioni da prendere prima
della fine di questa legislatura, che ben poco ha offerto alla città, ma ha
regalato un parcheggio, il Novi Park, che i modenesi hanno rifiutato, lascia capire
quale sia il compito. Finire ciò che Sitta ha iniziato e non ha potuto
concludere. Sarebbe bene, però, che qualche modenese capisse che non tutto può
essere deciso con la logica muscolare di una maggioranza che tale è stata, alle
ultime amministrative soltanto per una (discussa) manciata di voti. La regola
della democrazia avrebbe voluto che, a fine consigliatura, certe decisioni che
coinvolgeranno per sempre tutta la città, come piazza Roma e i chioschi (tanto
per fare i due esempi più eclatanti), sarebbe stato meglio lasciarle prendere a
chi verrà dopo Pighi e compagni.
Una cosa è certa,
tuttavia, che i chioschi voluti per il Parco, e forse anche la pizzeria che si
dice vogliano collocare al posto dello storico Lido Park, saranno l'ennesima
bruttura di questa città, che in quanto a brutture ha già fatto il pieno. Una
per tutte? L'eco-mostro all'angolo fra via Muzzioli e viale Caduti in guerra
che deturpa la stupenda settecentesca Palazzina Vigarani dei Giardini ducali.
Quella foto ha fatto il giro del mondo come uno dei peggiori esempi
d'insipienza architettonica italiani. Adesso, si aggiunge il carico da 11 dei
chioschi in muratura, tutti uguali, che sporcheranno la bella macchia verde del
Parco, una delle bellezze ambientali che i vecchi amministratori ci hanno
regalato quando decisero, seppur sbagliando, di abbattere la cinta muraria.
Qualche porta cittadina poteva essere conservata, come ha fatto Bologna. In
piazzale Natale Bruni, ad esempio, Porta Castello, avrebbe potuto essere
migliore rotatoria dell'attuale che non basta a controllare un traffico che in
quel punto è diventato caotico.
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