Alcune voci del gergo
modenese hanno un significato erotico-sessuale o anche soltanto volgare: afèr,
afèri, arnés (organo sessuale maschile); bàito, confusione, grande disordine,
casino, casa di tolleranza (pare derivi dall'antica parola tedesca "Wahta",
guardia, che divenne poi "baite" in dialetto friulano col significato
di capanno da cacciatore e ricovero per pecore, luogo dove c'è sempre
disordine); bernardéra, garçonniere; sbafiòuna, organo sessuale femminile.
Voci del gergo comune sono:
aciùga, persona molto magra; agonia, chi ha un aspetto poco sano; anàrchic,
fagioli, perchè provocano nell'intestino effetti che si manifestano
all'improvviso; arlói, orologio ma anche cuore (chiaro il riferimento al
ritmico battito di entrambi); arustìr, rustìr, arrostire ma anche rubare; bàbi,
babésta, matto, poco normale, perchè a Milano "el babi" è il
manicomio e a Torino il manicomio criminale; bacài, comizio, discorso
ufficiale; bacaiadór, avvocato, chi parla molto; bacaiadóra, la radio; batèint,
al singolare indica "l'orologio", al plurale "i denti";
batèint éd pulèinta”, al singolare significa "orologio d'oro", al
plurale "denti d'oro" (“pulèinta” indica il colore dell'oro); bértla,
tasca (in molti dialetti, "berta" sta per "tasca";
"mettere in berta", quindi, ha il significato di
"risparmiare"; a Milano, invece, "berta" sta per
"pistola"); bgòun, scarafaggio, ma anche prete (un tempo, era usato
spregiativamente dagli anticlericali); biàndi, sigarette di contrabbando
(deriva dal colore del tabacco usato in genere per le sigarette di produzione
straniera); biasadóra, dentiera; martlàtt, i denti.
(continua)
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