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giovedì 6 marzo 2014

LE PAROLE DEL GERGO MODENESE (2)

Alcune voci del gergo modenese hanno un significato erotico-sessuale o anche soltanto volgare: afèr, afèri, arnés (organo sessuale maschile); bàito, confusione, grande disordine, casino, casa di tolleranza (pare derivi dall'antica parola tedesca "Wahta", guardia, che divenne poi "baite" in dialetto friulano col significato di capanno da cacciatore e ricovero per pecore, luogo dove c'è sempre disordine); bernardéra, garçonniere; sbafiòuna, organo sessuale femminile.
Voci del gergo comune sono: aciùga, persona molto magra; agonia, chi ha un aspetto poco sano; anàrchic, fagioli, perchè provocano nell'intestino effetti che si manifestano all'improvviso; arlói, orologio ma anche cuore (chiaro il riferimento al ritmico battito di entrambi); arustìr, rustìr, arrostire ma anche rubare; bàbi, babésta, matto, poco normale, perchè a Milano "el babi" è il manicomio e a Torino il manicomio criminale; bacài, comizio, discorso ufficiale; bacaiadór, avvocato, chi parla molto; bacaiadóra, la radio; batèint, al singolare indica "l'orologio", al plurale "i denti"; batèint éd pulèinta”, al singolare significa "orologio d'oro", al plurale "denti d'oro" (“pulèinta” indica il colore dell'oro); bértla, tasca (in molti dialetti, "berta" sta per "tasca"; "mettere in berta", quindi, ha il significato di "risparmiare"; a Milano, invece, "berta" sta per "pistola"); bgòun, scarafaggio, ma anche prete (un tempo, era usato spregiativamente dagli anticlericali); biàndi, sigarette di contrabbando (deriva dal colore del tabacco usato in genere per le sigarette di produzione straniera); biasadóra, dentiera; martlàtt, i denti.

(continua)

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