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venerdì 31 gennaio 2014

BRINDISI CON IL "MIO" LAMBRUSCO


L'altro giorno, nello spazio del Circolo Creativo in via dello Zono 5, ho presentato il mio ultimo libro, "La rivincita del Lambrusco", pubblicato dalla casa editrice Wingsbert House. Accanto a me, gli amici Roberto Alperoli, assessore alla cultura del Comune di Modena, e il giornalista e scrittore Leo Turrini, i quali hanno stuzzicato la mia modenesità e il mio dichiarato viscerale amore per il vino rosso italiano più venduto al mondo.
Dopo aneddoti e curiosità, Leo mi ha "costretto" a dichiarare le mie preferenze per uno dei tanti ottimi Lambruschi presenti sul mercato. Ho cercato invano di dribblare la compromettente domanda, ma poi ho rivelato che, quando posso, scelgo la "Vigna del Cristo" di Cavicchioli, non senza apprezzare eccezionali aziende come Chiarli, Paltrinieri, Fiorini, Moretto, Manzini, Casolari e Bellei.
Si tratta di etichette che meritano tutte un voto altissimo e sulle quali non possono e non devono incidere le preferenze individuali. Il Lambrusco, ho spiegato, è come i tortellini. Ognuno ha gusti diversi, che non pretendono di creare classifiche. Sul tema, Leo non ha perso simpaticamente l'occasione di ricordare un episodio di tanti anni fa, quando lui era ancora un giovane e promettente cronista alle prime armi e, sentendolo ordinare un piatto di tortellini alla panna, io lo redarguii e gli spiegai che la nostra minestra principe deve essere assaggiata soltanto in brodo. Al termine della mia chiacchierata, che non ha evitato di criticare la scarsa propensione al marketing della nostra realtà economica, tutti i presenti hanno brindato alle fortune di Sorbara, Grasparossa e Salamino, ma anche del mio libro, con il vino messo gentilmente a disposizione dal Consorzio dei Lambruschi.


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