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domenica 20 aprile 2014

IL PALATIPICO SARÀ LA NOSTRA "EXPO" CHE RILANCERÀ UN'ECONOMIA IN CRISI

Strana città, Modena, dove qualsiasi iniziativa sia presa, pubblica o privata, da destra o da sinistra, trova subito qualcuno che la contesta. A volte, sembra quasi soltanto per il gusto di criticare. Gli esempi si sprecano. E vanno dalle decisioni assunte dall'amministrazione comunale, poi rientrate (senza che reggesse la giustificazione della crisi) per le violente polemiche provocate, alle proposte avanzate nel tentativo di rilanciare una città che, purtroppo, sta perdendo posti in tutte le classifiche che, sino a qualche anno fa, la vedevano occupare le piazze migliori. 
Del primo gruppo fanno parte i vecchi progetti (pagati ma mai utilizzati) di alcune archistar per ristrutturare piazza Mazzini, piazza Matteotti e piazzale Sant'Agostino, della piscina al Parco Ferrari, del recupero delle ex Fonderie con un concorso partecipativo di cui è rimasta traccia solo sull'ingresso dell'edificio di via Ciro Menotti. Al secondo gruppo - ed è storia recente, a parte i chioschi del Parco, di cui non si conosce ancora la sorte - appartiene la proposta di creare a Modena, in concomitanza con l'Expo milanese, una temporanea succursale cittadina della grande esposizione internazionale, che si chiederà se è possibile assicurare a tutta l'umanità un'alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile: un tema nel quale buona parte della nostra economia è immersa sino al collo.

In questi giorni, con utile tempismo, Maurizio Torreggiani (nella foto), presidente della Camera di commercio (ma si dimentica troppo spesso che fra le deleghe di quest'istituzione c'è, oltre all'industria e l'artigianato, anche l'agricoltura), facendo una sintesi di Palatipico e di Piacere Modena, ha lanciato l'idea di insediare in piazza Roma una tensostruttura che ospiti le numerose eccellenze enogastronomiche che ci hanno resi famosi nel mondo, pur senza aver investito sul settore quanto sarebbe stato necessario. 
In piazza Roma, secondo il suo progetto, troverebbero posto gli stand dedicati a tutti i nostri prodotti, che sarebbero in mostra e in vendita in uno spazio attrezzato, con possibilità di promuoverli, anche visivamente, grazie ai più moderni strumenti mediatici in grado di mostrarne i vari momenti della produzione. A fare da ciliegina sulla torta, inoltre, all'interno di Palatipico dovrebbe funzionare un grande ristorante, capace di sfornare tutte le specialità della nostra cucina. A gestirlo, tuttavia, penso che essere solo un manager dell'ospitalità come Vinicio Sighinolfi, che ha più volte dimostrato di essere in grado di organizzare a tavola anche i grandi numeri. Occasionalmente, quando libero dai numerosi impegni (sta per aprire un ristorante a Istanbul), non potrebbe mancare un'attrazione ormai internazionale come Massimo Bottura, il quale ha già proposto di essere disponibile in quel periodo per organizzare, nell'ambito del Palatipico, un refettorio per i poveri come quello che gestirà stabilmente all'Expo milanese. 

Insomma, il Palatipico dovrebbe trasferirsi dalla progettata scomoda sede di viale Virgilio a una scintillante passerella nel centro di Modena. Qui approderebbero turisti golosi a caccia di aceto balsamico, Lambrusco, zamponi e parmigiano reggiano, non prima di aver visitato i patrimoni dell'Unesco, Duomo e Ghirlandina, e il rinnovato Museo Enzo Ferrari, che dalla gestione di Maranello troverà il meritato rilancio.

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