Strana città, Modena,
dove qualsiasi iniziativa sia presa, pubblica o privata, da destra o da
sinistra, trova subito qualcuno che la contesta. A volte, sembra quasi soltanto
per il gusto di criticare. Gli esempi si sprecano. E vanno dalle decisioni
assunte dall'amministrazione comunale, poi rientrate (senza che reggesse la
giustificazione della crisi) per le violente polemiche provocate, alle proposte
avanzate nel tentativo di rilanciare una città che, purtroppo, sta perdendo
posti in tutte le classifiche che, sino a qualche anno fa, la vedevano occupare
le piazze migliori.
Del primo gruppo fanno parte i vecchi progetti (pagati ma
mai utilizzati) di alcune archistar per ristrutturare piazza Mazzini, piazza
Matteotti e piazzale Sant'Agostino, della piscina al Parco Ferrari, del
recupero delle ex Fonderie con un concorso partecipativo di cui è rimasta
traccia solo sull'ingresso dell'edificio di via Ciro Menotti. Al secondo gruppo
- ed è storia recente, a parte i chioschi del Parco, di cui non si conosce ancora
la sorte - appartiene la proposta di creare a Modena, in concomitanza con
l'Expo milanese, una temporanea succursale cittadina della grande esposizione
internazionale, che si chiederà se è possibile assicurare a tutta l'umanità
un'alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile: un tema nel quale
buona parte della nostra economia è immersa sino al collo.
In piazza Roma, secondo il suo progetto, troverebbero posto gli stand dedicati a tutti i nostri prodotti, che sarebbero in mostra e in vendita in uno spazio attrezzato, con possibilità di promuoverli, anche visivamente, grazie ai più moderni strumenti mediatici in grado di mostrarne i vari momenti della produzione. A fare da ciliegina sulla torta, inoltre, all'interno di Palatipico dovrebbe funzionare un grande ristorante, capace di sfornare tutte le specialità della nostra cucina. A gestirlo, tuttavia, penso che essere solo un manager dell'ospitalità come Vinicio Sighinolfi, che ha più volte dimostrato di essere in grado di organizzare a tavola anche i grandi numeri. Occasionalmente, quando libero dai numerosi impegni (sta per aprire un ristorante a Istanbul), non potrebbe mancare un'attrazione ormai internazionale come Massimo Bottura, il quale ha già proposto di essere disponibile in quel periodo per organizzare, nell'ambito del Palatipico, un refettorio per i poveri come quello che gestirà stabilmente all'Expo milanese.
Insomma, il Palatipico dovrebbe
trasferirsi dalla progettata scomoda sede di viale Virgilio a una scintillante
passerella nel centro di Modena. Qui approderebbero turisti golosi a caccia di
aceto balsamico, Lambrusco, zamponi e parmigiano reggiano, non prima di aver
visitato i patrimoni dell'Unesco, Duomo e Ghirlandina, e il rinnovato Museo
Enzo Ferrari, che dalla gestione di Maranello troverà il meritato rilancio.
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