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lunedì 7 aprile 2014

MODENA FRA LE CITTÀ PIÙ DISPENDIOSE PER I CANONI D'AFFITTO PUBBLICI



In tempi di spending review e tagli al bilancio, la Cgil di Modena ripropone il caso esemplare della nuova sede della Questura, che dal 2000 occupa un edificio di proprietà della società “Beni Stabili spa”, una società immobiliare che ha più di un secolo di vita e affitta al Viminale l'edificio posto in via Divisione Acqui per un canone annuo che da 2.013.000 euro, più Iva e adeguamento Istat, è giunto oggi a 2.800.000 euro e resterà valido fino al 2015. Un budget di affitti che ha già superato i 35 milioni, somma che sarebbe ampiamente bastata per l’acquisto della Questura. Non è da meno interessante il caso del Cie (Centro d'identificazione ed espulsione) modenese, chiuso dal dicembre 2013, dopo che la Guardia di finanza ha scoperto irregolarità nelle forniture di beni di prima necessità da parte di un consorzio siracusano. La proprietà dell'edificio l'aveva affittato al Ministero all’incredibile canone iniziale di 1.445.440 euro annui, più Iva, più adeguamenti Istat e con contratto quindicennale. Anche il Cie, con i costi dell’affitto, si sarebbe comprato già un paio di volte. Tanto più che la struttura, probabilmente, servirà in futuro per attività alternative al carcere.





Anche il Comune di Modena, per buona parte delle sue sedi, resta in affitto. Tanto che il Sole 24 ore ha collocato la nostra tra le città più dispendiose per i canoni che pagaL’assessore al patrimonio, dopo un tentativo infruttuoso di acquisto di un immobile dove concentrare gli uffici comunali, ha dovuto rinunciare. Per il momento, la strada più vantaggiosa sembra essere quella della rinegoziazione degli affitti. Nel frattempo, effettivamente, quest'operazione ha permesso di ottenere un’ulteriore riduzione dei costi annui, che arriveranno a circa un milione e 600 mila.  Sono tanti soldi spesi inutilmente, comunque, mentre mancano i fondi per i servizi, la manutenzione e gli investimenti.
Sono sempre più numerosi, intanto, i palazzi di proprietà pubblica inutilizzati o sottoutilizzati. L’unico intervento di recupero previsto per ora riguarda l'ex ospedale Sant’Agostino, che dovrà diventare il Palazzo della cultura, con un costo di circa 70 milioni di euro finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, di cui circa un terzo per costruire ex novo le due già discusse torri  meccanizzate, dette “Lame librarie” e progettate da Gae Aulenti, dove troveranno posto gli oltre 800mila volumi delle biblioteche Estense e Poletti.
Ha creato non poche polemiche alla vigilia delle elezioni anche la pista ciclabile progettata dal Comune di Modena sul lato di via Giardini per una lunghezza di circa un km., che avrebbe dovuto costare 650.000 euro. Ora si sarebbe deciso di costruirla su ambedue i lati con costo aggiuntivo di 50.000 euro. La prima ipotesi prevedeva una pavimentazione con cubetti di porfido del costo di circa 75 euro al metro quadro, he rappresentava un costo per la segnaletica a terra di circa 50.000 euro e di altri 15.000 per i cestini. Tante spese a carico dei cittadini, ma anche tante proteste in un clima di spending review che a Modena pare non rientrare nei progetti degli amministratori che, in scadenza di mandato, farebbero meglio a centellinare le spese.




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