In
tempi di spending review e tagli al bilancio, la Cgil di Modena ripropone il
caso esemplare della nuova sede
della Questura, che dal 2000 occupa un edificio di proprietà della
società “Beni Stabili spa”, una società immobiliare che ha più di un secolo di
vita e affitta al Viminale l'edificio posto in via Divisione Acqui per un
canone annuo che da 2.013.000 euro, più Iva e adeguamento Istat, è giunto oggi
a 2.800.000 euro e resterà valido fino
al 2015. Un budget di affitti che ha già superato i 35 milioni, somma che
sarebbe ampiamente bastata per l’acquisto della Questura. Non è da meno
interessante il caso del Cie
(Centro d'identificazione ed espulsione) modenese, chiuso dal dicembre
2013, dopo che la Guardia di finanza ha scoperto irregolarità nelle forniture
di beni di prima necessità da parte di un consorzio siracusano. La proprietà
dell'edificio l'aveva affittato al Ministero all’incredibile canone iniziale di
1.445.440 euro annui, più Iva,
più adeguamenti Istat e con contratto quindicennale. Anche il Cie, con i costi
dell’affitto, si sarebbe comprato già un paio di volte. Tanto più che la
struttura, probabilmente, servirà in futuro per attività alternative al
carcere.
Anche il Comune di Modena, per buona
parte delle sue sedi, resta in affitto. Tanto che il Sole
24 ore ha collocato la nostra tra le città più dispendiose per i canoni che
paga. L’assessore al patrimonio, dopo un
tentativo infruttuoso di acquisto di un immobile dove concentrare gli uffici
comunali, ha dovuto rinunciare. Per il momento, la strada più vantaggiosa
sembra essere quella della rinegoziazione
degli affitti. Nel frattempo, effettivamente, quest'operazione ha
permesso di ottenere un’ulteriore riduzione
dei costi annui, che arriveranno a circa un milione e 600 mila.
Sono tanti soldi spesi inutilmente, comunque, mentre mancano i fondi per i
servizi, la manutenzione e gli investimenti.
Sono sempre più numerosi, intanto, i palazzi di proprietà pubblica inutilizzati
o sottoutilizzati. L’unico intervento di recupero previsto per ora
riguarda l'ex ospedale Sant’Agostino, che dovrà diventare il Palazzo della cultura,
con un costo di circa 70 milioni
di euro finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, di
cui circa un terzo per costruire ex novo le due già discusse torri meccanizzate, dette
“Lame librarie” e progettate da Gae Aulenti, dove troveranno posto gli oltre
800mila volumi delle biblioteche Estense e Poletti.
Ha creato non poche polemiche alla vigilia delle elezioni anche la pista ciclabile progettata dal Comune di Modena sul lato di
via Giardini per una lunghezza di circa un km., che avrebbe dovuto costare
650.000 euro. Ora si sarebbe deciso di costruirla su ambedue i lati
con costo aggiuntivo di 50.000 euro. La prima ipotesi prevedeva una
pavimentazione con cubetti di porfido del costo di circa 75 euro al metro
quadro, he rappresentava un costo per la segnaletica a terra di circa 50.000
euro e di altri 15.000 per i cestini. Tante spese a carico dei cittadini, ma
anche tante proteste in un clima di spending review che a Modena pare non
rientrare nei progetti degli amministratori che, in scadenza di mandato,
farebbero meglio a centellinare le spese.
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