Ho letto il pensiero
dell'amico Nicola Rossi sul "gossip" politico uscito dall'incontro
che Enrico Aimi ha organizzato con alcuni (troppo pochi) rappresentanti delle
varie (troppe) correnti che dilaniano il centro-destra. Lo condivido, anche
perchè con queste piccole combriccole non si cava un ragno dal buco. Da quella
assai poco rappresentativa riunione è uscito tutto e il contrario di tutto,
persino il mio nome (ma chi mi ha mai interpellato?), insieme con quelli di
Sergio Celloni, di Michele Barcaiuolo, di Roberto Ricco (decisi a presentare
liste proprie), di Andrea Leoni, di Isabella Bertolini, di Cristian Pellacani,
di Andrea Galli, dello stesso Enrico Aimi e, appunto, di Nicola Rossi. Insomma,
tranne quelli di Adolfo Morandi (peraltro il più accreditato per l'appoggio di
Samorì e non solo), di Gigi Taddei, di Olga Vecchi e Luigia Santoro, sono stati
spesi i nomi di tutti quelli che, dall'inizio della consigliatura, siedono sui
banchi del centro-destra. Quando a pochi mesi dalle elezioni e a poche
settimane dall'inizio della campagna elettorale i nomi sono tanti, vuol dire
che di nomi condivisi non ce n'è neanche uno. È inutile, quindi, come fanno i
vertici (?) dei moderati modenesi, continuare a fare flanella, a spendere
parole che dovrebbero tranquillizzare i futuri possibili elettori del
centro-destra. Costoro vogliono finalmente conoscere la faccia di chi dovrà
prendersi l'impegno di condurre (a questo punto con assai poche speranze) la
battaglia contro il centro-sinistra. In assenza di un candidato forte - che se
ci fosse, si sarebbe già materializzato - l'unica possibilità di scegliere
l'avversario di Muzzarelli o della Maletti è rappresentata dalle primarie, che
non tengono conto dei veti incrociati, delle simpatie e delle antipatie, ma
solo del consenso di chi, poco dopo, andrà a votare. Tenere in naftalina un
nome da spendere all'ultimo momento non serve. Il Pc si è dilaniato, ma almeno
ha offerto due opzioni a chi vuole rinnovare (seppure con qualche mal di
pancia) e a chi vuole conservare. Possibile che questa città, per tanti altri aspetti
pragmatica, non sappia esprimere né candidati certi alla sua guida
politico-amministrativa né (passatemi la sintomatica contaminazione) un
presidente affidabile per la sua squadra di calcio, che - riflettete - si è
fatta scavalcare finora dalle altre due della provincia, il Sassuolo,
addirittura in serie A, e il Carpi?
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