Pagine

giovedì 9 gennaio 2014

LUCIANO ASPETTA ANCORA UNA STATUA




A Modena tutto diventa difficile. L’amministrazione comunale si lamenta del conservatorismo imperante dei suoi cittadini, ma non può nemmeno pretendere d’imporre, con l’ex autorità di una risicata maggioranza, qualsiasi idea che le passi per la testa. In questa “strana” città, del resto, il dibattito o è annichilito o è esasperato. Di una proposta non si discute prima nella sede più adatta, che è il Consiglio comunale. E quando è data frettolosamente in “pasto” all’opinione pubblica, si scatenano le ipotesi più diverse. Che è democraticamente corretto, ma a volte lo stesso dibattito rischia di bloccare il progetto, che finisce per non trovare un rapido sbocco verso la soluzione del problema.
A Modena, dicevo, tutto diventa difficile. Persino dedicare un monumento a una delle grandi glorie locali, Luciano Pavarotti, che con la sua voce ha portato in giro per il mondo il nome della nostra città. Il caso della statua da dedicare a Big Luciano è il più emblematico dell’insano provincialismo che condiziona Modena, dove ogni iniziativa non solo è sempre vista da destra  o da sinistra (con rigide e bloccate ideologie), ma tutto è pretesto per innescare una ridda di pareri, che spesso finiscono per restare tali e bloccare la realizzazione di ciò di cui si discute. Abbiamo visto piazze che dovevano essere trasformate da famosi archistar diventare agorà di scontri dialettici che hanno sortito solo l’effetto di lasciarle come sono. Che fine hanno fatto i progetti (già pagati agli architetti) per cambiare faccia a piazza Mazzini, piazza Roma e piazza Matteotti? Polemiche sui giornali, insistite proteste dei cittadini, qualche aggiustamento dei disegni, ma tutto tace. E che fine ha fatto il progetto della piscina al Parco Ferrari, che ha rivelato dissensi persino nell’ala ambientalista dello stesso PD?
L’idea di dedicare a Pavarotti una statua è stata lanciata con felice intuizione in Consiglio comunale. Il civico consesso, seppure con qualche legittimo distinguo, compreso il mio, si è compattato stranamente (accade molto di rado) per approvare il progetto. La proposta, però, ha scatenato subito un mare di polemiche, perchè la definizione del dove, del come e forse anche del quando è stata subito demandata alla commissione toponomastica. La Giunta, invece, se avesse avuto in proposito idee un po’ più chiare, avrebbe dovuto avocare a sè e agli assessorati di competenza queste decisioni, presentando poi alla città, in un’assemblea aperta, un progetto più definito, seppure suscettibile di miglioramenti. Così, accettandone acriticamente solo la filosofia, ma senza definirne i contorni in modo più netto, ha lasciato spalancata la porta a ogni suggerimento: una statua, un busto, vicino al teatro, in piazza, uno scultore modenese, un concorso internazionale. Alla fine, chi deciderà? Vuoi vedere che a forza di discutere Luciano dovrà aspettare un bel po’? In realtà, il tenore non dovrà aspettare, perchè Nicoletta Mantovani, la sua vedova, si è messa di traverso e ha imposto al Comune che il monumento debba essere solo equestre (come se Luciano fosse stato un condottiero...) e sorgere al Novi Park.
Due proposte assurde, con la scusa che solo lei detiene in esclusiva la gestione dell'immagine del marito. E mentre lei ha venduto (non certo gratis!) la voce alla Nutella per uno spot televisivo e il viso all'acqua minerale San Pellegrino, blocca il Comune che, evidentemente, non intende fare alcun speculazione, mettendo un monumento - non certo a pagamento - a disposizione dei modenesi e dei fans di Pavarotti che per ora possono solo rendergli omaggio andando a visitare la sua tomba.
Il Comune, insomma, come per il museo Pavarotti, lascia a Nicoletta Mantovani la possibilità di lanciare l’idea di trasformare in luogo di culto la villa dove ha trascorso i suoi ultimi anni, ma senza prendere nel merito una posizione precisa. A Modena, è la cosa più pericolosa. In questo modo, dal momento della proposta a quello dell’apertura del cantiere, il Museo Casa natale Enzo Ferrari ha dovuto attendere una decina d’anni.
Non se la prenda l'ex consigliere comunale della Lega Stefano Barberini se ritiene che non gli sia assegnato il legittimo merito di aver avuto l’idea della statua a Pavarotti. A Modena accade spesso. A chi scrive è capitato proprio per il Museo Ferrari.

Nessun commento:

Posta un commento