L'Ufficio stampa del
Comune non dovrebbe essere soltanto a disposizione della Giunta, ma di tutto il
civico consesso. Accade, invece, esattamente il contrario. Più di una volta, il
resoconto fornito ai giornali di una seduta del Consiglio comunale o del
dibattito seguito a un'interrogazione è scritto "ad usum delphini".
Chi redige le veline si dimentica troppo spesso di dare il legittimo spazio
alla minoranza. Nei resoconti delle sedute, la parte del leone la fanno sempre
gli assessori e le contestazioni della minoranza passano in cavalleria. Spesso,
i lettori non riescono nemmeno a capire chi ha votato contro o a favore di una
delibera. Nel caso delle interrogazioni, la strumentalizzazione è ancora più marcata.
Si dà conto della risposta dell'assessore e non dei problemi posti
dall'interrogante, soprattutto se questi appartiene alla minoranza. Il dictat
dell'Ufficio stampa, insomma, è quello di far fare sempre bella figura
all'assessore e di ignorare le contestazioni dell'interrogante, che spesso non
è soddisfatto della risposta ricevuta. Tutto ciò, nonostante le lamentele a chi
di dovere, avviene benchè i giornalisti che lavorano per il Comune siano pagati
da tutti i cittadini e non solo da una parte di loro.
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