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lunedì 13 gennaio 2014

LA DIFESA DEL DIALETTO IN CONSIGLIO REGIONALE


In Consiglio regionale a Bologna non cessa la polemica per l'abrogazione, tra le leggi regionali vetuste abolite il 20 dicembre scorso dall'assemblea legislativa, anche della legge regionale 45 del 7 novembre 1994 (Tutela e valorizzazione dei dialetti dell'Emilia-Romagna).
 L’assessore regionale alla cultura, Massimo Mezzetti, ribadisce che è stata cancellata "una legge non operativa da tempo", senza "alcun effetto concreto nel promuovere il dialetto". Lungi da noi il solo pensare che con questo si elimini l’importanza della valorizzazione dei dialetti come fattore di formazione culturale e identitaria delle comunità e il fondamentale ruolo che istituti e associazioni svolgono in questa direzione. La "semplificazione" che la Regione porta avanti, anche attraverso l’abrogazione di leggi regionali, non deve essere confusa con la rinuncia o l’eliminazione degli obiettivi che quelle leggi si ponevano. Semmai il tema è quello, come detto, di sottrarre la materia alla ‘natura morta’ di una legge inoperante. Della tutela dei dialetti, infatti, continua a occuparsi in maniera diretta, dal 1995, l’Istituto regionale dei beni culturali (Ibc), con 100.000 euro di finanziamenti regionali 2009 e 2010. "Inutile tenere in piedi una legge vuota, - ha precisato l'assessore - perchè la riscoperta dei dialetti deve partire dalle scuole. Il dialetto dovrebbe essere materia d'insegnamento".
Così la Lega Nord ha annunciato il proprio progetto: "Un piano per rilanciare il dialetto, dopo aver azzerato l’improduttiva e inutile legge regionale" hanno detto i consiglieri "verdi", fra cui il modenese Mauro Manfredini, che hanno presentato una risoluzione sul tema. "Abbiamo votato per la soppressione della legge perchè vogliamo riscriverla radicalmente. Bisogna ripartire dagli istituti dei beni culturali, dai teatri dialettali, dalle tante associazioni territoriali che si occupano di studio e promozione dei vernacoli, e dalla riscoperta della storia locale. Il dialetto deve entrare nelle scuole, perchè senza radici non c’è futuro". "La legge regionale abrogata era uno specchietto per le allodole, vuoto di contenuti, e a quanto pare mai finanziata. Finora, il coinvolgimento delle tante associazioni dialettali è stato pressochè nullo, non abbiamo visto progetti, iniziative. La promozione delle nostre lingue, soprattutto tra i giovani, è stata sterile e improduttiva. La Regione ha mancato una grande occasione che noi non vogliamo perdere. Siamo pronti a dialogare con la Giunta, con l’intero Consiglio, con le associazioni e tutti i docenti interessati a riscriverne il testo e renderlo efficace. La condizione imprescindibile è che nel percorso la scuola abbia un ruolo da protagonista".
Mauro Manfredini, a questo proposito, mi ha già contattato, come studioso del dialetto modenese, per contribuire con altri alla riscrittura della legge.



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